17 Maggio 2024
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In un’epoca in cui le campagne di sensibilizzazione e le iniziative per combattere la violenza di genere sono sempre più diffuse, ci si aspetterebbe che denunciare un abuso porti immediatamente a un aiuto concreto e a una giustizia efficace. Tuttavia, la realtà che molte donne affrontano è ben diversa e spesso sconfortante. La vittimizzazione secondaria, ovvero la rivittimizzazione delle donne che hanno già subito abusi, è un fenomeno purtroppo ancora molto presente.

Quando una donna decide di denunciare, affronta non solo il trauma iniziale dell’abuso, ma spesso anche un sistema che sembra metterla ulteriormente alla prova. Dal momento della denuncia, molte si trovano di fronte a un “muro di gomma”: un insieme di ostacoli burocratici, scetticismo, minimizzazione dei fatti e, in alcuni casi, una mancanza di sensibilità da parte delle autorità. Questi elementi possono far sentire la vittima nuovamente vulnerabile e indifesa, quasi come se l’aver denunciato fosse stato un errore.

Questo scenario solleva un dilemma doloroso: affrontare la vittimizzazione secondaria o continuare a subire in silenzio. Da un lato, la paura di non essere credute e di essere esposte a ulteriori traumi dissuade molte donne dal cercare giustizia. Dall’altro, rimanere in silenzio significa perpetuare una situazione di abuso e violenza, rinunciando alla possibilità di uscire da un ciclo di oppressione.

È essenziale che le istituzioni lavorino per ridurre questi ostacoli e per garantire che le donne che denunciano ricevano il sostegno necessario. Questo richiede non solo formazione specifica per le forze dell’ordine e per il personale giudiziario, ma anche una cultura di rispetto e sensibilità verso le vittime. Solo in questo modo si potrà rompere il ciclo della violenza e rendere la denuncia un vero strumento di liberazione e giustizia, non una strada verso ulteriori sofferenze.

La strada è lunga, ma ogni passo verso una maggiore comprensione e supporto può fare la differenza nella vita di chi decide coraggiosamente di denunciare.

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